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Intervista a Federica Rezzi G, vincitrice della finale Lazio MarteLive 2021

Scritto il24/03/2022 da
Love1

Federica Rezzi Gioielli è uno dei due progetti vincitori a pari merito, della finale regionale del Lazio, sezione Artigianato di MArteLive 2021, il festival multi-disciplinare che coinvolge molteplici arti, dall’artigianato alla scultura, alla musica, al teatro, alla fotografia e molte altre, per creare un unico grande evento frutto della sinergia di più spettacoli.

Format artistico nato nel 2001 a Roma, MArteLive, è un’iniziativa di Giuseppe Casa, realizzata assieme ad un gruppo di studenti della facoltà di economia dell’Università RomaTre e di alcuni giovani, provenienti dall’accademia delle belle arti di Roma. Nel 2011 diventa BiennaleMArteLive, lanciando un progetto totalmente innovativo, dove per la prima volta viene coinvolta tutta la città di Roma per sei giorni e sei notti, arrivando a coinvolgere oggi, circa 60 location diverse in contemporanea tra live club, teatri, gallerie, monumenti, muri, spazi aperti, piazze, musei, librerie e spazi della cultura, con quasi 1.000 artisti presentati.

Nell’arco di vent’anni, MArteLive, è divenuta una delle manifestazioni culturali più interessanti nel panorama italiano, offrendo una vetrina vera ad artisti sconosciuti, un vero e proprio laboratorio per migliaia di giovani artisti italiani e non solo.

Madeinitalyfor.me, partner MarteLive, ha intervistato per voi Federica Rezzi, l’ideatrice di Federica Rezzi Gioielli, una giovane artista/artigiana romana, classe ’81, laureata in Lingue e Letterature Straniere che ha iniziato a lavorare il metallo nel 2011, quando si è trasferita a Berlino. Una scelta, quella di realizzare gioielli, nata dopo diverse esperienze lavorative, anche per realizzare quello che per lei è stato “un po’ un sogno da sempre”.

Sappiamo bene che avviare una propria attività comporta tanti sacrifici, come nasce questa bellissima idea? E quali sono stati i passi intrapresi per arrivare ad una tua produzione ?

Come molti volevo cambiare vita ed in un certo senso è successo, ho iniziato frequentando i primi corsi di oreficeria e poi ho trovato un laboratorio in cui fare pratica e imparare. L’esperienza fatta nel primo laboratorio è stata fondamentale per me, lì ho imparato dalle tecniche classiche, al banchetto, fino alla fusione in sabbia ed ho cominciato a sperimentare, con diversi materiali da accostare all’argento e al bronzo, come il legno, la ceramica e le pietre, avendo modo di esprimere la mia creatività e la mia visione che punta l’accento sui contrasti, sull’equilibrio degli opposti e sulla grande forza espressiva del colore.

Dopo una prima fase in cui i gioielli erano creati direttamente da metallo, sono passata, a distanza di alcuni anni, a realizzarli con la tecnica della “cera persa”, fondendo in metallo un prototipo modellato in cera. L’idea che i pezzi siano unici e diversi tra loro, infatti, mi ha sempre affascinato. Ritengo che sia un valore aggiunto avere un oggetto che differisce dagli altri, seppur per un piccolo segno, una traccia lasciata nella modellazione o perchè no, un’impronta digitale. Inoltre credo che non sia solo l’idea del gioiello a dover rappresentare qualcosa ma che anche il materiale usato debba saper comunicare, sia con la superficie ed i colori che con il contrasto tra lucido e opaco accompagnato dal suggestivo gioco di luci e ombre che si viene a creare.

Qual’è nella tua esperienza, il punto di partenza per realizzare un gioiello o una nuova collezione?

Disegno e realizzo gioielli partendo sempre da un’emozione o da un’immagine e lascio che essi mi rappresentino, creando nella loro diversità un punto d’incontro nel mio stile. Creo gioielli che racchiudono in sé una serie di elementi, in cui combino diverse superfici, rispettando tuttavia un equilibrio tra le parti, in modo da realizzare sempre un oggetto che sia “autosufficiente” e che possa “raccontarsi da solo”. Spesso infatti si tratta di oggetti che stanno bene da soli e che possono tranquillamente essere indossati senza la necessità di aggiungere null’altro.

Come si può osservare dalle mie produzioni, amo molto usare le pietre ed i colori e sono proprio i colori i protagonisti di una delle due collezioni che ho presentato in occasione della finale di MarteLive chiamandola “Blume” (fiori). Questa collezione è ispirata alla natura non tanto nelle forme, quanto nella sua grande varietà. L’estrema vivacità delle pietre, il gioco delle forme, i castoni che in ogni anello assumono posizioni diverse, contrastano con la struttura massiccia e geometrica del corpo degli anelli. Ho cercato di ricreare un piccolo bouquet di fiori che ognuno può portare con sé e personalizzare scegliendone combinazioni diverse.

Qual’è stata la tua impressione nell’esperienza con MarteLive?

L’esperienza con MArteLive mi ha permesso di mostrare ciò che faccio ad un pubblico diverso e sono stata molto felice del risultato ottenuto che mi permetterà di partecipare anche alla BiennaleMArteLive che si terrà ad ottobre.

MarteLive, mi ha dato la possibilità di mettermi alla prova creando delle nuove collezioni per due momenti diversi di questa iniziativa. L’altra collezione creata inoltre è molto personale, nasce dall’idea di creare un gioiello che sia anche simbolico e che riporti alla memoria un momento della nostra vita. Ho chiamato questa collezione “Forget-me-knot” (non ti scordar di me) giocando con la parola “not” che diventa “Knot” nodo.

Si tratta di quel simbolico nodo al fazzoletto che facciamo per ricordare qualcosa. Il metallo annodato in modo irregolare che crea un movimento morbido rendendo ogni pezzo unico. Nello spazio creato dai giri si inseriscono delle perle o delle pietre dure, quasi sospese, a sottolineare la fragilità di alcuni momenti della vita che se pur transitori, attirano la nostra attenzione e catalizzano il nostro sguardo.

Il nodo è simbolo di ciò che è veramente importante per noi e che non dobbiamo dimenticare. Questo lavoro nasce anche dall’esigenza e dal desiderio di riutilizzare i materiali. Spesso infatti abbiamo dei vecchi gioielli che non usiamo, dei fili di perle o pietre che appartenevano a qualcuno della nostra famiglia. L’idea di questa collezione nasce proprio dal desiderio di portare con sé un ricordo integrandone una parte (pietre o perle dei clienti) ma in una forma nuova, regalando una nuova vita ad oggetti che sarebbero dimenticati.

Il gioiello qui è il portatore di una storia, la nostra e quella di altri ed è personale e personalizzabile, un altro degli aspetti di questo lavoro che mi piace tanto. Creare un dialogo tra me e chi mi commissiona un lavoro e stimolante e gratificante, oltre ad essere sempre un confronto costruttivo che porta molto spesso a nuove idee.

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