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Musei del coltello in Italia

Scritto il07/02/2014 da
Love0

Tra gli attrezzi che hanno segnato il corso dell’evoluzione umana il coltello è certamente uno dei primi e dei più importanti: si è passati dalle prime lame in selce e ossidiana, materiale presente nel bacino del mediteranno e diffuso in Italia nelle isole Lipari, Palmarola, Pantelleria ed in Sardegna (Monte Arci) alle lame in rame, bronzo, ferro fino ad arrivare all’acciaio.

I coltelli si possono classificare in due tipologie: a serramanico e a lama fissa. I primi si compongono di due parti distinte, dove la lama può essere ripiegata all’interno del manico, essendo fissata da un perno sul quale la lama stessa può ruotare. I secondi solitamente presentano delle dimensioni più grandi e sono caratterizzati da lame di dimensioni differenti, con una proporzione degli elementi che non è quindi condizionata dalla chiusura.

In Italia abbiamo molteplici tipologie di coltelli che si differenziano per usi e origini regionali. Attualmente è possibile approfondire la storia e le origini di alcuni di essi all’interno dei musei di coltelleria che sono sorti nei principali centri di produzione nazionali, da Scarperia (Toscana), a Maniago (Friuli-Venezia Giulia), a Frosolone (Molise), ad Arbus e a Pattada (Sardegna).

A Scarperia, comune della provincia di Firenze, è possibile visitare il Museo dei Ferri Taglienti, inaugurato nel 1999 all’interno di uno dei simboli della città e della sua storia, il Palazzo dei Vicari.

La visita inizierà con la sezione a carattere multimediale dove sarà possibile vedere filmati delle lavorazioni artigianali e si articolerà tra le produzioni della coltelleria italiana e dei centri produttori dalla fine dell’800 ad oggi. La terza sezione si concentra invece sulle produzioni locali dei coltellinai di Scarperia. I visitatori potranno anche vedere la sezione “Lame al femminile”, dedicata alle lame taglienti come le forbici per il ricamo e la sartoria; inoltre potranno accedere a pannelli didattici e ad un banco da lavoro dove cimentarsi nel montaggio del coltello.

Con l’ausilio della visita guidata si potrà anche visitare l’antica Bottega del Coltellinaio, attiva dall’inizio del ‘900 fino agli anni ’70, ancora completa degli attrezzi e strumenti del mestiere.

A Maniago, comune in provincia di Pordenone, si può visitare il Museo dell’arte fabbrile e delle coltellerie, strutturato in cinque sezioni, di cui tre dedicate alla coltelleria. Nella prima “La fucina del mago: mestiere e tecniche del coltellinaio” sono state ricostruite le scenografie e gli ambienti della produzione, le sequenze storiche e tecnologiche che hanno caratterizzato l’evoluzione del lavoro dei coltellinai.

Un esempio è il battiferro del favri da gros (fabbro da grosso), dove venivano costruiti gli attrezzi per contadini e boscaioli, spade e altre armi d’asta; o la bottega del favri da fin (fabbro da fino), dove contava più la precisione della lavorazione rispetto all’impiego di energia e venivano realizzati ad esempio forbici, temperini, coltelli, strumenti professionali.

Nella seconda “Dall’ossidiana all’ossido metallico, materie prime, fonti di energia, saperi e pratiche” sono state messe in evidenza le caratteristiche ed i cicli di lavorazione dei principali materiali usati per realizzare coltelli e i loro componenti.

La terza sezione “Dalla funzione alla forma” presenta sia i vari materiali a seconda delle loro funzioni d’uso e di produzione che le creazioni di coltelli, forbici e vari strumenti da taglio realizzati a Maniago.

In Sardegna invece sono presenti due musei sul coltello, uno ad Arbus, comune del Medio Campidano e l’altro a Pattada, comune di Sassari. Quello di Arbus è stato creato dal maestro coltellaio Paolo Pusceddu e si suddivide in quattro sale dove sarà possibile rivivere la storia della coltelleria nell’isola a partire dal neolitico ad oggi.

Nella prima troviamo sia coltelli dal XVI secolo in poi che la riproduzione di un pugnale in ossidiana.

La seconda riunisce le creazioni di importanti coltellinai sardi contemporanei: Francesco Trudu di Villacidro, Sebastiano Spanu di Dorgali e Barore Brundu di Pattada.

La terza sala è dedicata ai prodotti locali della coltelleria arburesa, mentre nell’ultima è stato ricostruito un antico laboratorio del fabbro “su ferreri”, dove vedere gli arnesi originali del secolo scorso.

Inoltre all’interno del museo è possibile ammirare il coltello che è entrato nei guinness dei primati come quello più pesante del mondo con i suoi 295Kg, sempre realizzato dal mastro Pusceddu.

Il museo di Pattada, piccolo paese di montagna nel centro nord Sardegna, prende il nome di Museo “Culter“, nome che in latino era utilizzato per indicare i primi coltelli in pietra.

Inaugurato nel Maggio del 2011, vuole essere uno spazio rivolto alla valorizzazione della produzione contemporanea del coltello internazionale fatto a mano; è nato grazie ad una coppia d’artigiani pattadesi de “sa Resolza”: Salvatore Giadu e Maria Rosaria Deroma. Il museo presenta due sezioni principali, una dedicata alle origini del coltello sardo e l’altra ai coltelli internazionali; dove è possibile ammirare creazioni provenienti da artigiani, importanti collezioni privati e coltellerie di tutti i continenti.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Scarperia – Museo dei Ferri Taglienti

orari/costi

per ulteriori informazioni

telefono 055/84.68.165

Maniago – Museo dell’arte fabbrile e delle coltellerie

per ulteriori informazioni

telefono 0427/707223

Arbus – Museo del coltello sardo

per ulteriori informazioni

telefono 070/9759220

Pattada – Culter

per ulteriori informazioni

telefono 079/755918

Il materiale fotografico utilizzato in questo post:

fa parte dell’Archivio del Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie di Maniago

www.prolocoscarperia.it

www.culterpattada.com

www.museodelcoltello.it

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