Clicca per altri prodotti.
No produts were found.

Ceramiche e Musei del Veneto

Scritto il04/04/2014 da
Love0

Se siete appassionati di ceramiche iniziamo un viaggio tra i principali musei presenti nella nostra penisola. In questo articolo ci dedicheremo al Veneto, mettendo in evidenza produzione e storia nel corso dei secoli. Nel Settecento in Europa la crescente richiesta e diffusione delle preziose porcellane cinesi, stimolò i ceramisti olandesi ad imitarne la lavorazione, riuscendo a rafforzare la loro presenza sui mercati della Repubblica di Venezia. Questo spinse il Senato veneziano, nel 1728, ad incoraggiare la produzione locale attraverso agevolazioni fiscali per le aziende che fossero riuscite a produrre porcellane e migliorare le produzioni di maioliche esistenti.

Il momento favorevole portò Giovanni Battista Antonibon ad aprire a Nove nel 1727, una fabbrica di ceramiche che divenne con il passare del tempo la più importante dell’intera Repubblica Veneta, riuscendo ad ottenere nel 1732 l’esenzione ventennale da tutti i dazi imposti dal Senato, raggiungendo nel 1762 l’ambito intento della produzione della porcellana. Ma pochi anni dopo, nel 1770 si diffuse in Italia la terraglia, un impasto ottenuto e presente in Inghilterra da oltre cinquant’anni, la cui bianchezza e basso costo di produzione causarono una concorrenza inaspettata alle maioliche e porcellane italiane. Da quando nel 1786 la fabbrica Antonibon, con Giò Maria Baccin riuscì ad ottenere un impasto similare a quello inglese, alcune manifatture locali riuscirono a prosperare nonostante la crisi politica-economica.

Cambiarono anche i soggetti e le linee produttive per far mutare il mercato di riferimento, per acquisire nuovi mercati più vasti a discapito del mercato del lusso, dei nobili decaduti. Nel 1860-1865 si affiancò anche il genere “Neorococò”, probabilmente per il desiderio di confrontarsi con le altre esposizioni internazionali di allora.

Questo percorso tra i secoli viene messo in evidenza all’interno delle strutture di Bassano del Grappa e di Nove. Nella prima è presente dal 1992 il Museo della Ceramica, che ha sede nella splendida dimora settecentesca di Palazzo Sturm.

E’ una collezione costituita da diverse centinaia di pezzi, suddivisa in dieci sale su tutto un piano del nobile edificio; realizzata secondo criteri cronologici, raggruppando materiali e manifatture a seconda dei diversi periodi.

Nella prima sala si potranno vedere i primi materiali frammentari rinvenuti o prodotti a Bassano dal Medioevo alla fine del Seicento, come quelli della manifattura Manardi, che nel 1669 ebbe l’esclusiva della produzione di maiolica nella Repubblica di Venezia; nella seconda i decori che resero celebre la Antonibon, la più importante fabbrica di maiolica del Veneto agli inizi del Settecento.

La terza e la quarta sono dedicate alle differenti produzioni di maiolica in Italia: Faenza, Savona, Milano fino ad arrivare a Laterza, nel Settecento il luogo di produzione più attivo della Puglia, con ben sessantasette operatori organizzati in circa venti fabbriche.

La quinta e la settima sono dedicate alla terraglia dell’ottocento, tipo di ceramica a corpo bianco, d’impasto fine all’epoca considerata il materiale ideale per la piccola scultura e per il vasellame d’arredo di gusto neoclassico, mentre nella sesta troverete le porcellane Cozzi, maggiore fabbrica di ceramica veneziana del Settecento.

All’interno dell’ottava invece troverete la maiolica eclettica del XIX secolo, caratterizzata da produzioni di grandi dimensioni la cui peculiare tecnica di modellazione e cottura fu particolarmente apprezzata nelle Grandi Esposizioni Universali.

Le ultime due raccontano i cambiamenti produttivi nel Veneto, infatti la nona mette in evidenza la ceramica a Bassano, Nove e Vicenza nel Novecento di inizio-metà novecento; mentre la decima è dedicata alle ceramiche popolari, che nell’Ottocento caratterizzarono la produzione delle fabbriche novesi e vicentine, adeguamento della produzione dovuto alle mutate situazioni politiche, sociali ed economiche. Si cambiano i decori, i soggetti e le tecniche, limitando la produzione di lusso e puntando sulla vendita ad una clientela più vasta: media borghesia, operai, contadini.

Invece a Nove, paesino in provincia di Vicenza a pochi chilometri da Bassano, è presente un Museo della ceramica, inaugurato nel 1995, ospitato all’interno dell’elegante palazzo De Fabris che fino a qualche anno fa era sede dell’Istituto d’Arte. E’ strutturato su tre piani e suddiviso in epoche e fornisce un’ampia documentazione sulla varietà di stili, decori e materiali adottati nella produzione delle manifatture venete e non solo a partire dal Seicento e fino ai nostri giorni: terrecotte, cristalline, maioliche, porcellane, terraglie, semirefrattari, grès.

Il patrimonio artistico conservato presso il Museo Civico della Ceramica di Nove viene impreziosito dalla interessantissima collezione di fischietti generosamente donata da Nino Athos Cassanelli. Una visita a questo museo permetterà di ammirare oggetti provenienti da tutto il mondo, aggirandosi in una sezione espositiva su manufatti fuori dal comune, che da sempre hanno attratto e coinvolto eccezionali artisti e artigiani a Nove, in Italia e in tanti altri paesi del mondo.

Articoli correlati
Lascia un commento
Leave a Reply

Menu

Whatsapp

MadeinItaly for me

Clicca per altri prodotti.
No produts were found.

Crea un account gratuito per salvare gli prodotti preferiti.

Accedi

Crea un account per usare la wishlist

Accedi