Artigiamo in città - Lecce, Centro Storico
Passeggiando sotto il caldo sole del Salento, nel pieno centro storico di Lecce, spicca, tra le bellissime chiese barocche e le svariate botteghe artigiane, la magia della Cartapesta leccese.
Seguendo l’itinerario che va da Portia Rudiae e arriva fino alla piazza del Santo patrono, Sant’Oronzo, sarai infatti immerso in quello che è il cuore pulsante della tradizione artigiana pugliese e potrai ammirare tra molteplici botteghe artigiane: Pietra leccese sapientemente lavorata, bellissime ceramiche artistiche e diversi laboratori di Cartapesta, molti di quali preservano ancora il loro aspetto originario simbolo della tradizione salentina.

La prima parte dell’itinerario è su Via Libertini dove si trova la chiesa Barocca di Santa Teresa con l'attiguo convento dei Carmelitani Scalzi. Qui, insieme alla grande statua in cartapesta di sant'Oronzo, realizzata nel 1869 dal leccese Achille de Lucrezi, è situata anche la statua di cartapesta più grande del mondo, con un altezza di 5,6 metri, un perimetro massimo di 6,2 metri ed un peso complessivo di circa 5 quintali.
Un’importante testimonianza della produzione in cartapesta della prima metà dell’Ottocento, dedicata al Santo Giuseppe Patriarca e realizzata da Oronzo Greco per conto dei padri Gesuiti. Opera dalla quale si evince subito la grande capacità artistica del Maestro Greco che, attraverso un fitto panneggio, conferisce alla statua un gusto classico scegliendo la monocromia per simulare in maniera impeccabile gli effetti plastici della pietra leccese.
Ma cos’è realmente “La Cartapesta” e in cosa consiste questa tecnica?
A raccontarci come ha avuto inizio questo viaggio che risale alla fine del XVII sec., sono i Fratelli Riso, una delle più famose botteghe di Cartapesta leccese, oggi conosciuta in tantissimi paesi del mondo ed iniziata dalla volontà del Maestro Antonio Malecore, maestro dei f.lli Riso, che aprì la prima bottega nel centro di Lecce, sulla via degli artigiani.
Oggi la bottega dei Riso è sita in via Vittorio Emanuele II, al civico 27, ovvero la seconda parte dell’itinerario che precede la meravigliosa piazza barocca del Duomo di Lecce.


L'utilizzo della cartapesta, a fini artistici, è noto in Italia sin dal Cinquecento, dato che già allora si realizzarono statue a carattere sacro a somiglianza di quelle di legno o di marmo, molto più leggere da trasportare e più economiche da realizzare.
Si tratta di una tecnica di lavorazione complessa ma realizzata con materiali poveri, fatta di ingredienti elementari e naturali come: carta straccia, colla d’amido, paglia, filo di ferro e terracotta, tanto da definirla un’arte adatta ed accessibile a chiunque si voglia mettere all’opera.




L’arte della cartapesta leccese, fenomeno unico in Puglia, risale ad un periodo tra il XVII e il XVIII secolo, quando con lo sviluppo delle arti legato al moltiplicarsi delle chiese e dei monumenti, gli artigiani leccesi trovarono nell’arte di “plastificare” la carta, la possibilità di realizzare una miriade di lavori sacri, che richiamavano al culto i fedeli quando la Chiesa della Controriforma era impegnata nella sua crociata contro l’eresia luterana.
Il bisogno di inventare nuove forme di avvicinamento dei fedeli alla Chiesa, produsse un vasto campionario di motivi decorativi presi in prestito dalla realtà e adottati dagli scalpellini, illusionisti della pietra, e dai cartapestai, prestigiatori della carta. A questi si chiedeva di personificare la devozione con statue di Santi, di Cristi e di Madonne, capaci di toccare le corde più intime del fedele. Più del legno la cartapesta si modellava al disegno dell’ideatore e ne interpretava i sentimenti desiderati. La colorazione poi, rendeva la statua viva e quasi reale e l’illusione poteva considerarsi raggiunta.
Furono i barbieri i primi a cimentarsi in quest’attività in cui arte e artigianato si fondono. Questi artigiani adibirono il retrobottega del loro salone a laboratorio, e tra un taglio di capelli e l'altro, riempivano il tempo libero modellando statue di cartapesta. Il più antico cartapestaio della storia di Lecce fu appunto un barbiere: un certo Mesciu Pietru de li Cristi, così soprannominato per la sua vasta produzione di crocefissi.
Quest'arte che si diffuse presto in tutta la provincia, verso la fine del XX sec, a causa della decadenza di moltissime botteghe artigianali, si è concentrato soltanto nel capoluogo, che oggi, circondato da diverse botteghe, fortunatamente ancora esistenti, insieme a del buon cibo, regalano un pacchetto completo per un’esperienza indimenticabile.

La Bottega dei Fratelli Riso da sempre fedele alla tradizione dell'Arte Sacra leccese, con una produzione di grandi statue per le chiese e piccole statuine rappresentanti figure religiose e presepiali, negli ultimi anni, ha deciso di spostare l’occhio creativo anche in ambiti “profani”, producendo così oggetti di arredamento, statue legate a mestieri ormai scomparsi della tradizione pugliese ed una nuovissima collezione, I Professionisti, realizzata a partire dalle immagini della persona da rappresentare, per creare un piccolo ma prezioso dono da dedicare ad un professionista al quale siamo grati, come un medico, un avvocato, un musicista o altra professione moderna.



Dal 2009 nel Castello Carlo V, proprio alle spalle della piazza principale, è stato inaugurato il “Museo della Cartapesta”, che ospita quasi 100 opere di artisti locali e non: Pantaleo, Indino Malecore, Gallucci, Guacci, Caretta, Mazzeo, Errico, Capoccia, fino agli internazionali Emilio Farina e Lucia Barata.

L’accostamento all’eleganza dell’Arte Barocca delle Chiese leccesi come Santa Croce o San Matteo e l’unicità delle opere in Cartapesta, regalano un unicum di capolavoro artistico, biglietto da visita di una grande città d'arte, per tutti coloro che decidono di immergersi in quella che è conosciuta come la terra del Mare, del Sole e del Vento e che racchiude, come un prezioso scrigno, opere uniche e meravigliose.
