Scultore di origine Barese, opera nel suo laboratorio di Martina Franca in provincia di Taranto e presenta, alla Triennale di Milano, delle opere scultoree in pietra direttamente estratta dalle cave della Valle d’Itria.
Qui, in mostra, presenta un’esposizione di elementi decorativi murari in pietra, un collegamento tra esterno/interno, che consente la naturale ventilazione degli ambienti interni. Moduli quadrati, 32X32/40X40 cm, da inserire su facciate murarie degli edifici a scopo ornamentale/funzionale.
Pezzi unici, dai disegni floreali stilizzati che ricostruiscono gli stilemi classici del territorio pugliese rivisitati dallo scultore. Un gioco di pieni e vuoti creano il motivo che l’artista vede impresso nel blocco di pietra calcarea, che scolpisce da buon “mastro scalpellino” completamente a mano servendosi di strumenti tradizionali, talvolta adattati dallo stesso scultore, per esigenze artistiche mirate.
Passo a fargli qualche domanda, rubandogli del tempo prezioso qui in mostra, nella settimana del design Milanese.
Salve Luca Lacetera vorremmo conoscerla meglio quindi sapere un po’ come ha iniziato il suo lavoro e cosa motiva “l’atto creativo” nelle sue opere?
Il mio contatto con la pietra ha avuto origine in ‘primis facendo i “muretti a secco”,elemento che caratterizza la campagna del nostro territorio, per poi passare a murature più elaborate, a restauri di vecchi edifici toccando anche le architetture tipiche della nostra zona “i trulli”, da qui gli appetiti son cresciuti e così ho iniziato. Ho diverse passioni che riporto nel creare.
La pietra è quella attuale, un’altra mia grande passione sono i cavalli, che mi hanno coinvolto in ambito agonistico per diversi anni in passato. Le passioni non ti muoiono mai dentro, motivano il tuo agire, quindi le trasmetto nelle mie creazioni, facendole diventare opere d’arte di pietra.
L’atto creativo non si pilota. E’ qualcosa che ti scoppia dentro, altrimenti non sarebbe un “atto creativo”. Questo la distingue da una “commissione o commessa”, la quale subisce maggiormente un atteggiamento pilota.
Non è detto che l’atto creativo generi qualcosa di bello per tutti o brutto per tutti.
Per me il concetto di bello e brutto nell’arte passa attraverso dei filtri, che è la nostra conoscenza a pilotare.
L’atto creativo per me rientra anche nell’ambito della felicità.
Il concetto di felicità vera per me è qualcosa che non compri col denaro perché fa parte delle sensazioni emotive trasmesse, le quali non si possono definire con un valore economico.
La felicità non la compri ma ognuno di noi fa un lavoro per realizzarla e non è detto che riesca.
Da quanto tempo hai iniziato questo lavoro con la pietra?
Hai mai costruito trulli per intero da solo?
Cosa pensa di questa sua partecipazione per la Milano design week presso la Triennale di Milano?
Saresti disposto a vendere i tuoi “disegni” ad aziende che lavorano per numeri, quindi per quantità maggiori con l’ausilio di macchinari, e permettere ai tuoi pezzi di entrare a catalogo percepire Royalties, così come avviene spesso nel mondo del Design Industriale?
Il Controllo numerico è quasi la stessa cosa di riprodurre in serie un pezzo unico.
Il pezzo unico è una cosa che mi piace di più come idea, perche è la cosa che ci distingue dai numeri.
Hai mai collaborato con Architetti o studi di architettura e design?
Nel tuo campo ti senti più designer o artista?
Ci sono state altre occasioni di visibilità per il tuo operato, come mostre, esposizioni, istallazioni, allestimenti, insomma momenti di visibilità a parte questo della Triennale?
In generale cosa ne pensa di PRIMATO PUGLIESE. Trova che ci siano stati progressi per il suo lavoro appartenendo a questo gruppo di bravi artigiani/artisti/designer?
Poi Crispino Lanza è davvero efficiente e professionale.
Poi devo a lui la mia partecipazione ad iniziative di visibilità del mio operato, tra cui quella di Milano è stata la grande occasione.
Termina qui il mio incontro con l’artista della pietra pugliese Luca Lacetera e non mi resta che fargli i miei complimenti e lasciarlo nelle mani di altri curiosi come me che hanno voglia di conoscerlo da vicino.
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